Cercare lavoro 2.0

Essendo attualmente disoccupato, non so se si era capito, ho iniziato a cercare lavoro usando i mezzi che mi mette a disposizione la tecnologia. L'ultima volta che ho dovuto cercare lavoro (più di dieci anni fa) comprai il Fieracittà e una scheda telefonica; oggigiorno, invece, esistono i portali di annunci, i siti per cercare lavoro, le community etc.etc. C'è anche un social network, Linkedin, dove puoi iscriverti e contattare direttamente i responsabili del personale delle ditte che vi interessano (sempre se vi accettano come contatto). Io ho inventato un metodo personale per fare i colloqui di lavoro, in pratica prendo un portale di annunci molto famoso in Italia, metto come ricerca il lavoro che mi interessa, nel mio caso “contabile” o “impiegato”, scelgo Campania come parametro di ricerca, e mando curriculum a tutti quelli che escono.
In questo modo su 20/30 e-mail inviate, comprensive di curriculum con foto e lettera di presentazione (mi raccomando), due o tre colloqui li farete. C'è da dire però che spesso gli annunci sono ingannatori, e spesso quando dicono di cercare un impiegato, in realtà cercano un addetto per il call center o un rappresentante per il porta a porta. Quindi se per caso vi contattano, chiedete sempre conferma di che lavoro si tratta, se la ditta ha un sito web dove controllare quello che fanno, e, sopratutto, fatevi mandare sempre un e-mail per confermare l'eventuale appuntamento e avere per iscritto l'indirizzo dove andrete a fare il colloquio. Fate molta attenzione, mi sono fatto un paio di passeggiate a vuoto non avendolo fatto.
Quando avrete il colloquio, però, non sarà finita li. Una volta sul posto guardatevi bene intorno, cercate di capire qualcosa dal posto in cui vi trovate. Se per esempio l'ufficio è nuovo o vecchio, se i dipendenti sono soddisfatti oppure no, insomma dovete fare un po' di quella che viene chiamata “ingegneria sociale”. Potrebbe sembrare una sciocchezza, ma è molto importante, a questo proposito voglio raccontarvi un paio di occasioni in cui mi è stata di aiuto:

La prima risale a tre settimane fa', sono stato contattato da una ditta a cui avevo inviato il curriculum, e dopo essermi accertato che non fosse un porta a porta o un call center, chiesi di cosa si trattasse e la signorina mi rispose che cercavano “agenti pubblicitari”. Ora, dalle mie parti “agenti pubblicitari” significa uno che vende spazi pubblicitari, uno che va dalle ditte e chiede come vogliono farsi pubblicità e cose del genere. Siccome mi interessava, confermai l'appuntamento e il giorno dopo stavo da loro. Innanzitutto la signorina aveva sbagliato a dirmi il nome della ditta, era una sigla di tre lettere e magari avevo capito male io, ci poteva stare, ma il nome non compariva neanche fuori dalla porta o da qualsiasi altra parte; già questo mi insospettì. Appena entrai vidi una sala d'aspetto con sedie e tavolino nuovissimi, le sedie erano le Adde dell'Ikea, una serie uscita nel 2015 come novità. Più in la c'era la scrivania della segretaria, con PC, telefono e scaffale con classificatori. C'erano ben 4 classificatori nuovissimi, più un coso a forma di libro che non capivo cosa fosse. Sulle pareti non c'era nulla, ne un quadro, ne una bacheca, ne un attestato. Solo un poster che parlava di un premio, ma che non centrava nulla con la pubblicità o altro. Praticamente l'ufficio in questione poteva essere stato benissimo aperto il giorno prima, tanto che era immacolato. Ho vissuto in vari uffici per buona parte della mia vita lavorativa, e dovunque c'erano almeno un paio di quadri alle pareti, e di sicuro non mancavano premi o riconoscimenti che i miei ex datori di lavoro mettevano in bella mostra. Quando poi entrai a fare il colloquio con il dirigente della ditta, lui provo a spiegarmi che non facevano ne porta a porta, ne call center, ma fissavano loro gli appuntamenti e io avrei dovuto promuovere il loro prodotto. Ce da dire che l'ufficio del dirigente era anche più spoglio della sala d'attesa, c'era solo la scrivania, la sedia dove sedermi e il telefono. Non avevano fatto neanche lo sforzo di comprare un PC per il dirigente. La cosa assunse i contorni del ridicolo quando provai a farmi spiegare cosa vendevano, e questo se ne andò per vicoli e vicoletti elogiandomi le meraviglie di questo coso che vendevano, ma non specificando mai cosa fosse. All'inizio pensai che fosse una cosa simile al Bimbi, ma poi mi disse che serviva a pulire. Pensai anche che fosse uno di quei robottini che si mettono a terra e puliscono da soli, ma il signore si affrettò a dirmi che non era cosi. Sinceramente gli chiese che cavolo fosse, e la laconica risposta fu “E' un elettrodomestico”. Passo poi a dirmi quanto avrei guadagnato, che non mi avrebbero inquadrato ma solo fatto una lettera d'incarico, e che addirittura non dovevo neanche fargli la fattura con ritenuta d'acconto, il massimo dell'illegalità. Sarebbe bastata la lettera d'incarico, una stretta di mano, e potevo iniziare a lavorare il giorno dopo. Ora, se siete stati attenti, avete capito che tutto quello che gridava quel posto era “Ehi amico, è un tuffa”, infatti tornai a casa e cercai il nome dell'elettrodomestico in questione, non ve lo dico per non fare pubblicità a chi non la merita, ma vi dico che in pratica era un aspirapolvere. La particolarità di questo aspirapolvere era che da anni lo usavano per fare truffe in cui cascavano sia chi li vendeva (cioè i poveracci che come me andavano al colloquio e poi tornavano per lavorare), sia chi li acquistava. A guadagnarci erano i signori che aprivano un ufficio per un mesetto, e poi sparivano in una nuvoletta di fumo.

Il secondo caso che vi racconto era sempre in risposta ad un annuncio a cui avevo inviato l'annuncio, e come sopra mi recai presso l'ufficio in questione. Stavolta però c'era il nome innanzitutto sul citofono, poi sulla casetta della posta e infine sulla porta. Quando entrai mi trovai in una sala riunioni con altre persone e il signore che doveva valutarci. La stanza era ben arredata, scaffali pieni di classificatori, cataloghi e libri inerenti l'attività svolta, il commercio di mobili. La cosa che mi colpi fu il proiettore da tavolo, una cosa utilissima se devi fare una presentazione, ma più che altro indicava che erano stati spesi dei soldi per quell'ufficio, e di sicuro non sarebbe sparito in un mese. L'intervista fu di tutt'altro tono rispetto a quella di “E' un elettrodomestico”, ci spiego innanzitutto lui chi era, chi era la sua ditta, cosa faceva e cosa dovevamo fare noi se fossimo stati scelti. Facemmo anche un questionario, parlammo di noi e ci furono chiariti i punti che magari non avevamo ben chiaro. La cosa più importante che spiego anche il tipo di contratto che ci avrebbe fatto, e la metodologia di inquadramento nell'azienda. Praticamente il perfetto contrario dell'esperienza raccontata sopra.

Come vi dicevo, capire dove state e con chi avete a che fare, serve a evitare brutte sorprese per il futuro, e a non finire invischiati in situazioni compromettenti. So bene che magari un adulto è più smaliziato in queste situazioni, ma magari un ragazzo alle prime armi può essere affascinato dalla promessa di un guadagno facile e caderci con tutte le scarpe.

Un ultima cosa, ho nominato un paio di volte i Call Center, e potrebbe sembrare che sia contrario a priori a questo tipo di impiego. Ma in realtà le persone che lavorano nei call center sono incredibili, e fanno una cosa che io di sicuro non riuscirei a fare per nulla. Sia come orari, che come organizzazione mentale. In più ho due amici che lavorano in questo ambiente, e non posso certo che parlarne bene. Però, dopo aver anche provato a lavorarci, ho capito che non fa per me.

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