Come promesso vi narrerò la seconda
parte della mia odissea all'Inps. Stranamente, sebbene c'era la
solita fila di persone, magari scese alle 6.00 del mattino per
prendere il numerino, i numeri erano molto veloci. Le cose erano due:
o avevano voglia di lavorare, o si scocciavano di rispondere e ti
arronzavano ( Trad. sbrigavano in tutta fretta, senza prestare molta
attenzione ).
Comunque la fila era composta dalla solita umanità eterogenea, molti anziani alla ricerca del santo Graal chiamato PIN, neo-disoccupati che si guardavano in giro con occhi smarriti, e persone a cui erano accadute le cose più strane e cercavano di risolverle. Una fra tutte, una signora raccontava alla vicina di come la sua indennità di disoccupazione era andata a una sua omonima. Praticamente la signora lavorava presso la pubblica istruzione, forse era un operatrice scolastica o qualcosa di simile. Si da il caso che la signora, in disoccupazione, aveva fatto domanda, aveva aspettato il tempo dovuto e alla fine aveva visto andare i suoi soldi ad un altra persona. Come mai? L'altra persona era un omonima di questa signora, appartenente allo stesso circolo didattico, e qualcuno all'Inps aveva confuso gli Iban. Alla signora che stava all'Inps, la domanda di disoccupazione era stata accettata, all'altra no, però si era vista arrivare i soldi e aveva pensato bene di incassarli. La colpa di tutto era di qualche bravo impiegato, il quale non poteva seguire per bene la sua pagina Facebook perché aveva del lavoro arretrato, e quindi si mise di buona lena per levarsi tutto di mezzo, magari mettendoci meno attenzione possibile cosi da poter tornare a mettere “mi piace” a qualche video con i gatti. Però non tutto era perduto, la signora aveva rintracciato la sua omonima, e questa si era offerta di rimborsarla promettendo di darle 100 € al mese. I soldi se li era spesi la poverina, non del tutto ignara che non erano i suoi. Comunque, spero che quella poverina riesca a recuperare i suoi soldi, e che l'Inps non solo condanni la non tanto ignara omonima, ma anche l'impiegato che ha confuso gli Iban. Forse credeva che i numeri erano tutti tali e quali, chi lo sa. Forse non sapeva neanche tanto bene cosa stava facendo, pensando che i fogli che aveva sulla scrivania servissero a fargli compagnia.
Comunque la fila era composta dalla solita umanità eterogenea, molti anziani alla ricerca del santo Graal chiamato PIN, neo-disoccupati che si guardavano in giro con occhi smarriti, e persone a cui erano accadute le cose più strane e cercavano di risolverle. Una fra tutte, una signora raccontava alla vicina di come la sua indennità di disoccupazione era andata a una sua omonima. Praticamente la signora lavorava presso la pubblica istruzione, forse era un operatrice scolastica o qualcosa di simile. Si da il caso che la signora, in disoccupazione, aveva fatto domanda, aveva aspettato il tempo dovuto e alla fine aveva visto andare i suoi soldi ad un altra persona. Come mai? L'altra persona era un omonima di questa signora, appartenente allo stesso circolo didattico, e qualcuno all'Inps aveva confuso gli Iban. Alla signora che stava all'Inps, la domanda di disoccupazione era stata accettata, all'altra no, però si era vista arrivare i soldi e aveva pensato bene di incassarli. La colpa di tutto era di qualche bravo impiegato, il quale non poteva seguire per bene la sua pagina Facebook perché aveva del lavoro arretrato, e quindi si mise di buona lena per levarsi tutto di mezzo, magari mettendoci meno attenzione possibile cosi da poter tornare a mettere “mi piace” a qualche video con i gatti. Però non tutto era perduto, la signora aveva rintracciato la sua omonima, e questa si era offerta di rimborsarla promettendo di darle 100 € al mese. I soldi se li era spesi la poverina, non del tutto ignara che non erano i suoi. Comunque, spero che quella poverina riesca a recuperare i suoi soldi, e che l'Inps non solo condanni la non tanto ignara omonima, ma anche l'impiegato che ha confuso gli Iban. Forse credeva che i numeri erano tutti tali e quali, chi lo sa. Forse non sapeva neanche tanto bene cosa stava facendo, pensando che i fogli che aveva sulla scrivania servissero a fargli compagnia.
Comunque questa è la storia più
interessante che ho raccolto aspettando la, e devo ringraziare anche
i miei amici di Facebook di quella mattina, poverini, hanno
sopportato il conto alla rovescia che ho fatto sulla mia pagina
durante tutta l'attesa. Come dicevo mi sembrava molto strano tutta
quella velocità nell'avanzare dei numeri, dai dieci minuti a numero
della volta precedente, ai 5/6 di media di questa volta. Addirittura
non c'era nessuno che si lamentava perché qualcuno si andava a
prendere il caffè, anzi non c'era neanche tanto caffè in giro. Non
c'è stata neanche una sommossa popolare, o un agitazione, niente,
una calma piatta. Poi, come per incanto, alla fine è toccato a me.
Ora, se avete letto il post precedente, per andare vicino agli
impiegati, si deve passare dalla sala d'attesa a quella degli uffici,
e ogni … come definirli...non sono veri e propri uffici...ogni
scrivania, ecco, ha il suo bel numerino, e dietro l'impiegato con cui
parlare. Quando è toccato a me, ho visto che l'impiegato che mi era
stato assegnato era ancora occupato, cosi il suo vicino, che era
libero, mi ha fatto accomodare. E li ho scoperto perché erano cosi
veloci, quello con cui ho parlato (anche se in questo caso usare il
verbo “parlare” non è del tutto esatto) mi ha appena fatto
sfiorare la sedia che già dovevo rialzarmi. Non si è sporcato
neanche a mettere le mani sulla tastiera, non ha neanche alzato gli
occhi al monitor, si è rigirato la copia della domanda fra le mani e
ha detto “è presto, dovete aspettare la fine di Dicembre”, tutto
qua. Certo, devo dire che il comportamento del signore della prima
volta, è stato molto diverso da questo. Lui almeno mi cerco sul
terminale, mi controllo lo stato della domanda, mi avrà anche preso
per i fondelli magari, ma almeno mi aveva dato un minimo di
soddisfazione. Questo qui no, niente. Forse aveva paura che se girava
il monitor, o cambiava schermata, non riusciva più a trovare il
video col cane che ballava, chi lo sa.
Almeno avevo scoperto il motivo di
tutta quella celerità quel giorno. Cosi se per caso vi troverete
all'Inps, e vedrete che la fila è scorrevole, state attenti!!!
Potreste essere vittima del pericoloso Billy the Deskman, l'impiegato
più veloce del west.
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