Il valzer del mariuolo.

Volevo raccontarvi la mia ultima disavventura, nel paese delle meraviglie che è ormai la nostra Italia. Nel 2013, avendo comprato una casetta l'anno prima, mi decido dopo anni a presentare il modello Unico per la dichiarazione dei redditi. Non che prima non pagassi le tasse, essendo un lavoratore dipendente le paga il mio datore di lavoro per me, ma non avevo mai presentato ne 730 ne modello Unico per poter richiedere eventuali rimborsi allo stato.
Cosi, pieno delle varie spese che avevo sostenuto l'anno prima, vado e faccio preparare l'Unico di un C.A.F. vicino casa mia, il gestore del C.A.F. poi è rinomato nel vicinato per la sua precisione e affidabilità, quindi andai sul sicuro e gli feci fare il tutto. A conti fatti, il rimborso che dovevo avere era un cifra interessante, e giustamente chiesi quanto tempo dovevo aspettare per averlo, mi venne risposto che ci voleva circa un anno o più, in quanto le richieste erano aumentate e quindi i tempi si allungavano. Dal 2013 passiamo al 2015, in quanto il 2014 per motivi vari non presentai di nuovo l'Unico, e mi ritrovai nello stesso C.A.F. per preparare quello relativo al 2014. Trovandomi a parlare sempre col rinomato gestore, gli chiesi se era possibile avere notizie del mio rimborso, visto che erano quasi due anni che aspettavo e ancora non si vedeva. Mi fu risposto di aspettare ancora un po', era Maggio e il signore in questione mi disse di aspettare fino a Settembre, che poi lui avrebbe visto come fare per il mio rimborso.
Arriva Settembre, e chiamo il C.A.F., il rinomato gestore mi dice "vai tu a chiedere all'agenzia delle entrate"; "vabbuo'", pensai "ma se dovevo aspettare per andarci io  ci andavo a Maggio perché mi ha fatto aspettare? Mica mi ha fatto aspettare perché poi ci sono stato le elezioni comunali e lui era in carica? Nooooo sono un malpensante". Cosi, venuto a mancare il supporto logistico del C.A.F., andiamo mia moglie ed io all'Agenzia delle entrate, e fortunatamente, quando arriviamo, dobbiamo aspettare solo 2 persone. Fortunatamente è un eufemismo, perché le due persone ci misero un ora per uno per disbrigare le loro pratiche, se ce n'erano di più facevamo notte. Però, come ho detto, dopo circa due ore di anticamera, parliamo con l'addetto dell'Agenzia delle entrate, il quale molto cortesemente, si prende le carte che avevamo portato, gli da un occhiata, digita qualcosa su computer, gli squilla il telefono, risponde, parla per almeno un quarto d'ora di impegni suoi, riguarda lo schermo del PC, digita il mio codice fiscale, risponde di nuovo al telefono, parla ancora di fatti suoi, e alla fine mi da la sentenza : il rimborso era partito ed era stato incassato ad Agosto del 2014. Come? Agosto 2014?!? E tutto il tempo che dovevo aspettare? Ma la cosa più importante era che fine avevano fatto i soldi? l'addetto dell' Agenzia delle Entrate mi spiego che i soldi erano stati incassati da qualcuno che non ero io, in pratica li avevano rubati. Mentre l'addetto mi spiegava come poteva essere successa questa cosa, mi disse che quella giornata, su dieci persone noi eravamo gli ottavi che esponevano questo problema, forse su dieci proprio no visto che noi eravamo i quinti in fila, però il concetto era chiaro: non eravamo i primi ad aver subito questo furto. Ci spiego però l'iter per poter recuperare il maltolto, che comprendeva una richiesta alla posta e poi una bella denuncia ai vigili urbani, per poi tornare da loro e richiedere di nuovo il maltolto. Un altra cosa che disse, è che era sicuro che tutto il marchingegno non era stato fatto nel nostro ufficio postale, ma in qualche ufficio del nord italia.
Dopo le spiegazioni ci imbarchiamo e partiamo per l'ufficio postale del nostro comune, aspettiamo anche la il direttore, che naturalmente non solo era impegnato, ma invece di farci accomodare, ci fa mettere dietro uno sportello non in uso, quelli col vetro antiproiettile, cosi sentivamo una parola si e una no. Parlando col direttore, che gentilmente ci ha fatto la richiesta per vedere la firma sulle ricevute, ha detto altre due cose interessanti, la prima è che i soldi da loro non erano mai arrivati, quindi il ladro non era nel loro ufficio; la seconda che oltre la nostra richiesta, in ufficio lui ne aveva un bel pacchetto da evadere, e che anche li non eravamo i primi a denunciare una cosa del genere, anzi. Fatto il tutto, mi viene voglia di andare al raccontare l'accaduto al gestore del C.A.F. di cui sopra, cosi porto mia moglie a casa e vado al suo ufficio. Lo trovo per caso che stava ritirando la posta, l'ufficio era chiuso, e gli racconto quello che è successo. Lui, basito, mi chiede cosa mi hanno detto di fare e mi racconta che è successo anche ad un altra sua assistita. Comunque, la storia si ferma, qui il finale è ancora da scrivere perché aspetto la copia delle ricevute dalla posta, e poi con quelle esporre denuncia ai carabinieri e cosi via. Ma una cosa mi fa rimanere perplesso più di tutte: all'Agenzia delle Entrate, come aveva raccontato l'addetto, quasi ogni giorno si presentavano persone col nostro problema; all'ufficio postale il direttore aveva oltre la nostra, altre pratiche come la nostra da evadere; e infine anche il gestore del C.A.F. sapeva di un problema simile. Questo significa che i rimborsi degli Unico vengono regolarmente trafugati? Quanti di questi rimborsi non arrivano a destinazione? E sapendolo, perché l'Agenzia delle Entrate non fa qualcosa. Alla fine loro esborsano due volte lo stesso importo. Ed anche le Poste Italiane, non vedono che c'è una continua richiesta di visione di documenti? Non c'è nessuno in questo strano valzer di rimborsi, raccomandate, utenti e addetti, che faccia caso che qualcosa non va?
Signori che state più in alto di me, ma quanti soldi nostri perdete in questo modo? A me se tutto va bene, corna facendo, i soldi me li ridate, ma voi li avete cacciati due volte. E io e le altre persone che viviamo in questo paese li avremo in meno sui pochi servizi che ci offrite. Volete aprire un poco gli occhi per favore? Cercate di far rigare diritto chi lavora per voi e per noi, grazie.

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